Le Pajare sono costruzioni unicellulari realizzate con pietre strappate al terreno e sono tra le più importanti testimonianze della civiltà contadina.
La loro tecnica costruttiva si è tramandata per secoli: partendo da terra, i successivi strati di massi vengono disposti inclinati verso l’interno ad incastro. Le pietre così si mantengono in contrasto senza armatura e senza malta. I successivi anelli sono aggettanti verso l’interno ricavando così un diametro che si riduce progressivamente. La struttura veniva originariamente chiusa da una grande lastra di pietra in funzione di chiave di volta dell’intero edificio, successivamente si è adottata la realizzazione di una vera e propria volta, che viene considerata da alcuni una tecnica costruttiva progenitrice delle volte a stella tipiche dell’architettura rurale pugliese.
L’impianto circolare e la forma troncoconica è tipico degli edifici più antichi che solo successivamente si evolvono assumendo una facies quadrangolare con forma troncopiramidale.
Isolate o in coppia, pajare e furnieddhi, questi assolvevano, e assolvono, compiti differenti: semplici ripari per la pioggia o la calura estiva, depositi per gli attrezzi agricoli e, quelli più grandi, fungevano anche da abitazione. Spesso una scaletta avvolge la struttura e porta al tetto, utilizzato dai contadini per essiccare frutta, solitamente fichi.
Oggi le antiche pajare e i caratteristici furnieddhi possono essere recuperati e costituire elementi di arredo di ville e giardini. È possibile anche rivestire costruzioni in muratura così da fargli assumere un aspetto di una pajara antica con i vantaggi collegati ad una moderna vivibilità degli ambienti interni.
Gli interventi che possiamo realizzare sono i più diversi. Le Pajare si possono realizzare con un rivestimento in pietra a secco di una struttura circolare in muratura, come nella foto a sinistra. Nella foto centrale invece si vede una pajara costruita ex novo ed abitabile grazie a tramezzature interne con cui è possibile ricavare una cabina armadio e/o un bagno. In questi casi si tratta di pajare in cui è stata utilizzata una coibentazione per garantire la tenuta termica e l’efficientamento energetico della struttura. Nella terza foto, a destra, si tratta di una pajara destinata a deposito di attrezzi agricoli, parzialmente crollata e ricostruita con il riutilizzo del pietrame d’origine. Come si può vedere l’intervento di ristrutturazione della pajara ha rispettato in pieno la forma tronco conica della pajara stessa. La pietra, trascorso qualche tempo per consentire l’ossidazione delle pietre esposte agli agenti atmosferici, assumerà lo stesso aspetto delle pietre delle parti non interessate dall’intervento garantendo quindi una uniformità pressoché totale.